5 x 1000 al CAV Uno di Noi!
Nel 2019 abbiamo assistito 34 mamme e, grazie ai nostri progetti di aiuto, sono nati 25 bambini (alcuni in braccio alle nostre volontarie).
Oggi, seppur a distanza, stiamo continuando a sostenere le nostre mamme con i progetti di aiuto, e molto presto torneremo ad accoglierle in sicurezza presso la nostra sede.
Aiutaci col cinque per mille a fare felici tante mamme in difficoltà. Riporta il nostro codice fiscale 92223540920 sullo spazio riservato nel modello IRPEF, non ti costa nulla!
Francesca, sposata, mamma di una bambina di 2 anni e mezzo. Entrambi portatori di talassemia, entrate molto modeste, affitto da pagare e totale incertezza a causa della pandemia di Covid-19. Il certificato per l'IVG è già pronto, ma dall'ospedale ci chiedono di incontrarla, perché la scelta di Francesca non convince! Nei suoi occhi si vede che ama questo bambino.
Il primo colloquio è sempre molto complicato, a maggior ragione se puoi farlo solo per telefono, ma la nostra operatrice grazie alla sue esperienza e all'ascolto attento comprende le cause e formula prontamente una proposta di aiuto concreto fatto di aiuti economici, buoni spesa, pannolini, attrezzature e babysitter.
Francesca è incredula, chiede se si tratta di uno scherzo. Le parole di Maria Stella l'hanno spiazzata.... ci rifletterà (ha già deciso) e cercherà di convincere il padre. Il giorno dopo ci invia copia del progetto firmata. E' NATA UNA MAMMA!
In piena emergenza Coronavirus il CAV UNO DI NOI non si ferma, e, nel pieno rispetto delle leggi e con tutte le precauzioni, si prende cura delle sue mamme, oggi più che mai in situazioni di difficoltà e di incertezza.
* "Francesca" nome di fantasia
"Dedicata ad adulti e adolescenti, l'iniziativa curata dai volontari del CAV “Uno di Noi” - ha spiegato la presidente Loi - è inserita nel programma “Feminas – Cagliari contro la violenza, promosso dall'Amministrazione comunale in occasione della “Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne”".
Quasi sempre sono le mamme a scriverci per esprimerci gioia e gratitudine per il nostro "piccolo grande" aiuto, ma questa volta si tratta di un papà. Vogliamo condividere con voi questa bella lettera. Chi scrive è Angelo, appena
diventato papà di una bambina.
"Cara Maristella, Giada è nata! Ho letto un messaggio che hai mandato a Serena in cui le dici di non aver fatto molto. Ti sbagli! La cosa più importante che ci hai dato è stata la spinta morale per accettare l'arrivo di Giada anche se
adesso mi sembra incredibile. Siamo stati sul punto di interrompere la gravidanza. Lavoro poco o niente, entrate scarsissime, altri due figli di cui occuparsi e il rischio concreto di dovere lasciare la casa ci hanno fatto pensare
a Giada come un problema insormontabile. E invece eccola qui! Incontrare te, che hai avuto fiducia in lei e nella vita, ci ha dato quella spinta che ci serviva a mettere da parte tutti i problemi e accoglierla con gioia, come una grande
risorsa. Non aspettavamo altro, mai avrei creduto di pensare a un aborto e adesso mi sembra assurdo averlo pensato.
Ci avete poi sostenuto economicamente e anche questo ci ha aiutato. Questo aiuto è arrivato nel momento più giusto visto che abbiamo perso improvvisamente tutti i sostegni dello stato a causa dell'entrata in vigore
del reddito di cittadinanza. Noi ne siamo esclusi per una assurdità burocratica e contemporaneamente abbiamo perso la possibilità di usufruire del REI a cui abbiamo diritto. Non so come ringraziare te e la vostra associazione.
Speriamo sempre di potere restituire il bene che ci avete fatto a qualche altra persona in difficoltà. Verrà il momento. Ciao, Angelo"
Un pomeriggio come tanti, il cellulare squilla, è una chiamata dal Centro di Aiuto alla Vita: “abbiamo ricevuto una telefonata urgente dall’ospedale (*), c’è una ragazza che vorrebbe sapere cosa possiamo fare per lei. Te la senti di parlarci tu?”
Mi reco al reparto di ostetricia e ginecologia.
Lì incontro Eleonora. E’ bella, giovane, dagli occhi profondi ma spenti. Ha la cannula nel braccio perché ha già fatto la pre-ospedalizzazione e di lì a qualche ora entrerà in sala operatoria per l’intervento di interruzione volontaria della gravidanza.
Vicino a sé ha i suoi due bimbi piccoli e Carlo, il padre dei bambini.
Iniziano a raccontarmi di ciò che stanno passando in questo momento della loro vita.
Si sentono soli, troppo giovani per avere un terzo figlio, hanno entrambi circa vent’anni e avevano già faticato ad accettare un secondo bambino… ma per il terzo in arrivo, del tutto inaspettato, come faranno???
Eleonora non ha nemmeno la sua mamma, è stata abbandonata quand’era piccola.
Il suo papà invece c’è, ma a stento riesce a racimolare qualche soldo per tutta la famiglia vendendo saltuariamente frutta e verdura al mercato cittadino e di certo non potrebbe aiutarla con un terzo nipote.
Anche Carlo lavora sporadicamente, in nero, anche perché ha solo la quinta elementare.
Eleonora ha lasciato la scuola a sedici anni e sogna un giorno di poter lavorare, chissà, magari come parrucchiera… così potrebbe mandare avanti la famiglia.
Li ascolto a lungo e osservo i loro visi che, sebbene stanchi e vissuti a causa delle amarezze della vita, tradiscono la loro giovane età. Dico loro che non sono più così soli, che da ora ci siamo noi del CAV a stargli vicino, ma soprattutto che potremmo aiutarli concretamente.
I loro visi iniziano a distendersi, a tratti sono dubbiosi, diffidenti, quasi come se non volessero crederci. Loro, che sono sempre stati abbandonati da tutti e che sono di fatto lasciati a loro stessi intravedono un barlume di speranza per il loro bimbo.
Potranno avere pannolini per il piccolo in arrivo e anche per il fratellino che ne ha ancora bisogno, un corredino, vestitini, un trio, una baby-sitter che la possa aiutare nell’accudimento dei figli e, dopo il parto, Eleonora potrà frequentare un corso professionale di parrucchiera, che rappresenta quello che lei ha sempre sognato di fare, affinché possa così essere indipendente economicamente per poter mandare avanti la famiglia.
Anche se il progetto suscita interesse nei ragazzi, specialmente in Carlo, Eleonora è molto provata e deve riflettere in questo pochissimo tempo.
Li abbraccio di cuore, mi ringraziano e vado via, non sapendo quale sarà la loro decisione.
Il mattino seguente Eleonora mi chiama e mi dice che non ha varcato la porta della sala operatoria, ma vuole varcare quella del CAV per firmare il progetto pensato per lei e dire un grande Sì alla Vita: anche il suo terzo bimbo nascerà!
Veronica
operatrice CAV Uno di Noi
* il CAV Uno di Noi è una onlus regolarmente convenzionata con la ASL 8 di Cagliari.
Un doveroso ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile questa bellissima serata. A don Simone, parroco di San Paolo che ci ha concesso il teatro, a Susanna Mallei che ha diretto il coro, ai bambini (e ai loro genitori!) che si sono impegnati molto spinti dalla voglia di aiutare il Centro di Aiuto alla Vita, a Maria Antonietta Ventre, all'Associazione Nonosoloavvocati onlus, alla scuola di danza "La piccola stella" di Elena Conti, ai ballerini Sara Stangherlin e Francesco Muroni, a Mauro Lallai che ha curato gli aspetti tecnici e a tutto il numeroso pubblico in sala!
Condividiamo volentieri con tutti voi questa bella testimonianza regalataci dalla nostra prima mamma, Federica che si racconta in un video. Una giovane donna che ha vinto le sue paure ed ora è felice con la sua splendida bambina. Brava Federica, siamo contenti di averti incontrato lungo il cammino della Vita!
Lo scorso 6 settembre, in occasione del primo compleanno del CAV Uno di Noi, abbiamo trascorso una piacevole giornata di formazione e di festa in una località dello splendido golfo di Cagliari.
Dopo aver accolto i volontari e gli ospiti, la nostra presidente, Maria Stella Leone, ha descritto con grande soddisfazione le attività svolte in questo primo anno condividendo la gioia per le 11 mamme incontrate in ospedale e aiutate, con i nostri progetti, a proseguire la gravidanza e i 6 bellissimi bimbi già nati che, di tanto in tanto, vengono a trovarci in sede.
Dopo l’introduzione i volontari hanno esposto alcune relazioni: Silvia ha parlato dell’aiuto psicologico, Maria Stella dei sostegni offerti dai Comuni alle mamme, Rita del bonus bebè dello Stato e Anna del “progetto Gemma” e di altri progetti di sostegno economico.
Veronica ci ha poi raccontato l’interessante esperienza vissuta questa estate al Seminario Quarenghi proponendoci anche dei bellissimi filmati.
Giovanni ha presentato il CAV Mangiagalli di Milano descrivendone l’efficiente organizzazione ed elencando gli importantissimi risultati ottenuti in 31 anni di attività (26.600 mamme incontrate e più di 18.000 bimbi venuti al mondo!).
Prima della pausa pranzo abbiamo svolto lavori di gruppo.
Nel pomeriggio la volontaria Anna è stata ufficialmente nominata operatrice avendo concluso positivamente il suo percorso formativo.
E’ arrivato poi l’attesissimo momento di collegarci in videoconferenza con la presidente del CAV Mangiagalli di Milano Paola Bonzi che con grande disponibilità ci ha raccontato la sua trentennale attività in difesa della vita e, con simpatia e schiettezza, ha risposto alle nostre domande arricchendoci con tanti preziosi consigli e rivolgendoci sinceri auguri per il nostro primo compleanno. Grazie di cuore Paola!
Ma le soprese non sono finite, Maria Stella aveva organizzato all’insaputa di tutti una videoconferenza con il presidente del Movimento per la Vita Italiano, l’On. Gian Luigi Gigli. Il presidente dopo averci salutato calorosamente ci ha illustrato il programma del MPV per il prossimo futuro, certamente ricco di sfide impegnative. Si è complimentato col nostro giovane CAV per il lavoro svolto, ci ha spronato a formarci e impegnarci sempre più in difesa della vita e ci ha dato l’appuntamento a Roma in novembre per il XXXV Convegno nazionale dei CAV. Grazie Presidente, ci saremo!
L’intensa giornata si è conclusa con i meritati festeggiamenti e non poteva mancare la torta con la prima candelina! Grazie a tutti i volontari che hanno intrapreso con noi questa avventura che ci arricchisce ogni giorno e… Tanti Auguri al CAV Uno di Noi di Cagliari!
Giovanni e Daniele
Una madre qualunque*.
Una madre qualunque rischia tutto per i suoi figli, di fronte alle difficoltà e perfino di fronte alla morte.
Una mattina in ospedale ho incontrato una donna, la sua storia è quella di una madre qualunque: da anni seguita dai servizi sociali, perché Serena non è mai stata ricca, e nemmeno benestante. Una vita di combattimenti fin da principio: infanzia troppo breve, i genitori si separano presto, studia fino alla licenza media nel suo paesino del Campidano - terra sarda di gente semplice - e poi inizia a lavorare. La prima giovinezza vola veloce dietro ai sogni e all’amore della sua vita, che è il volto concreto di un uomo, un padre per i suoi tre figli.
Ma un giorno lui le crolla davanti agli occhi e da quel giorno non si riprende più. Lui ha amato i figli, e con allegria li portava in giro, alle giostre, a divertirsi, e a volte spendeva più di quello che aveva. Lui gran lavoratore, bottega da pagare. Lui lotta, ma muore.
Una madre qualunque si rimbocca le maniche e mantiene da sola i bambini. Lavori comunali, lavori che spaccano la schiena. Ma la famiglia piano piano si fa forza e i figli se ne fanno una ragione: si abituano che papà è in cielo e che mamma è sola.
Una mamma di poche parole, con lo sguardo Serena ascolta e parla. Una madre sola, di trentacinque anni con tre figli. Serena conosce un uomo, lui la corteggia, escono assieme. Serena ha ereditato: ha ereditato debiti e conti che non tornano, accetta ogni lavoretto in più, anche quelli “in nero” e lavora a più non posso: lava case, accudisce vecchiette, lava pentole e pentoloni, non importa se la sfruttano, senza diritti per pochi soldi. Una madre qualunque lavora fino a notte per mantenere i figli. Finisce che vendono la bottega, vivono in due stanze, in casa d’altri e con altri. I bambini stretti nel lettone. Niente giubbotti in inverno, ci si scalda con la felpa.
Quando scopre la gravidanza Serena non pensa a se stessa: pensa che non saprà come fare, che non ha cibo per i figli già nati, non ha culla, non sa cosa dire ai ragazzini e “come la prenderanno”, non ha un vero uomo che le dica: “ti aiuto io”. Sua madre è la prima a dirle di abortire.
Va in ospedale per le visite, ci va anche il giorno programmato per l’aborto, ma…scappa via. Serena scappa perché è una madre qualunque, una che si può inventare come difendere i suoi figli, e li difende tutti. Torna a casa, e con poche parole dice: “voi siete nati, anche questo bambino nascerà”.
Sono mesi sempre più duri, sembra una lotta impari: dimagrisce anziché ingrassare, i medici iniziano a rimproverare. Lei non aveva pensato a se stessa, non si era accorta che il quarto cesareo la può uccidere, la chiamano egoista e irresponsabile. Una madre qualunque sopporta le offese per amore dei figli.
I mesi passano: persino coliche renali, fame…e i figli che tutto a un tratto crescono e capiscono che mamma non può più fare i lavori domestici da sola. Bisogna lasciar stare le pentole pesanti, la vecchietta da lavare… perché una madre qualunque sa che in gravidanza bisogna accudire, e l’utero non si deve rompere… per il bene non di uno, ma di quattro.
Arriva il giorno del parto, Serena lo affronta e come una madre qualunque ha paura…
Il suo utero ha una parete sottile, il medico le dice che appena la lama ha reciso la cute, li sotto c’era la culla del bambino, culla fragile ma rimasta intatta a sufficienza, come solo una Madre speciale, non una qualunque, può proteggere.
Serena guarda la bambina come una madre qualunque, e tuttora il suo sguardo d’amore riempie la casa: la casa in affitto in cui si è riconquistata la sua vita familiare senza estranei, dove lei ha imparato a stare sola per non essere ingenua. La casa dove i suoi figli sono diventati generosi, dove le piccole grida della neonata si perdono tra le urla degli adolescenti, con le lezioni di scuola da ripetere, con la gioia di mangiare assieme, con le preoccupazioni, …la casa di una madre qualunque, che vi ho raccontato perché ogni giorno fa cose straordinarie.
Maria Stella
* La storia di Serena ha vinto il premio "Donna al traguardo dell'anno 2014" dell'associazione onlus Donne al traguardo. "Serena" è un nome di fantasia.
Il CAV per Serena ha realizzato questo progetto personalizzato di aiuto:
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